di Enzo Maraio
Esserci, perché abbiamo un impegno con la storia, esserci perché abbiamo il dovere di scrivere il futuro. Esserci perché senza socialismo non c’è sinistra di governo, non c’è sinistra vincente. Partiamo da queste considerazioni per i nostri tre giorni di Congresso. Ragioneremo dell’Italia che vogliamo, di quello che intendiamo fare. Lo scenario internazionale è in continua evoluzione, la nuova presidenza Trump sta disegnando nuovi equilibri geopolitici. A noi non piacciono. L’ inquilino della Casa Bianca parla con Putin, “tratta” è il termine più adatto alla sua logica, bypassando l’Europa. Sul Medio Oriente immagina soluzioni fantasiose e irrispettose. L’Italia non è in partita perché guidata da chi ha deciso di essere tifosa di una parte e non leader politico; l’Europa rischia di essere tagliata fuori per debolezze antiche e strutturali. È dunque urgente disegnare un rinnovato protagonismo del nostro Paese, non più rinviabile la scelta di rafforzare il ruolo politico dell’Europa. A noi, che l’agenda politica non ce la facciamo dettare dalle urgenze, è chiaro da tempo, da quando abbiamo creduto nell’esigenza degli Stati Uniti d’Europa. Non una scelta tattica ma l’esigenza, leggendo i fatti ed anticipando i problemi, di lanciare una grande sfida. Dalla nostra assise, forte si leverà la voce per rafforzare il ruolo dell’Europa. Saranno tre giorni ricchi di spunti, carichi di energia positiva. Rilanceremo le grandi questioni che sono nel nostro dna, le riforme per modernizzare il Paese, la legge elettorale. Discuteremo del costo della democrazia e proporremo di tornare al finanziamento pubblico ai partiti. Tenteremo, viste le paure di tutti, di rimettere nell’agenda politica il tema delle preferenze. Ci confronteremo sulla riforma della giustizia, sui diritti civili che devono camminare di pari passo ai diritti sociali. Faremo tornare a sinistra la questione sicurezza che abbiamo consegnato alla inconsistenza della demagogia e del populismo delle destre. In queste settimane, negli incontri preparatori al Congresso, nelle assemblee regionali, negli appuntamenti tematici, abbiamo discusso di lavoro, del diritto alla casa, di un grande piano per i giovani. Centrali i temi della scuola e della sanità pubbliche. Ringrazio già ora gli oltre 600 delegati provenienti da ogni parte del Paese, centinaia di invitati, i militanti. Ringrazio chi c’è, quelli che mai hanno mollato, quelli che sono rientrati perché forte è stato il moto del cuore. Grazie ai tanti giovani che partecipano, che hanno voglia di politica e di far continuare una storia. È l’aspetto che più mi incoraggia. Ora, nell’ultimo miglio, lo scatto: continueremo a lavorare con determinazione su quello che abbiamo già costruito e con il coraggio di idee e linguaggi nuovi.