di Enzo Maraio
Santanchè, Nordio, Delmastro, Bignami, Sangiuliano. Un elenco infinito di ministri, sottosegretari, deputati, tutti appartenenti a FdI, chiamati oggi a ruoli di responsabilità, che continuano a sentirsi sopra le leggi, sopra la dignità, sopra tutti. A cominciare dal popolo italiano. Su Santanchè: non parlo dei guai giudiziari perché i processi si fanno in tribunale ma per noi socialisti la ministra doveva dimettersi già tempo fa, non per le inchieste ma perché è inadeguata a fare il ministro. Le sue ultime perle arrivano dalla discussione della mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni sul caso Visibilia dove, in un impeto estremo di difesa solitaria, si appella al suo diritto di portare tacchi a spillo, donare borse forse contraffatte ed esternare “la sua ricchezza” perché lei difende i ricchi. Posizione legittima per carità, ma forse poco adeguata ai canoni etici di un ministro della Repubblica. Nordio: ministro della Giustizia che per difendere le scelte di politica internazionale della premier Meloni che voleva fare un piacere alla Libia, magari in cambio di qualche barcone di immigrati in meno, ha liberato un criminale internazionale, riportandolo nel suo Paese con un volo di Stato, dove continuerà a torturare le persone, a violentare le donne e a commettere crimini contro l’umanità. Il ministro fa sapere che risponderà quando tornerà da una missione in Argentina. Magari andrà in Sudamerica a cercare le risposte da dare agli italiani dopo aver mentito in Parlamento. Delmastro e Bignami, impegnati rispettivamente a non far respirare i carcerati o a divulgare segreti di stato, con uno di loro pronto a rispolverare il travestimento da nazista in vista del carnevale, magari mettendo anche la spilletta dell’Afd. Alla fine l’unico che si è dimesso è stato Gennaro Sangiuliano, ex ministro della Cultura che voleva rifare il Minculpop ma è rimasto vittima proprio di quella cultura popolare che lo ha visto stretto nella tenaglia moglie – amante, per essere sostituito da un estetizzante autore di supercazzole, convinto che per fare il colto si debba parlare strano. Questa è solo una parte della classe dirigente scelta da Giorgia Meloni, la compagnia di ventura pescata da quel brodo nerastro che sobbolle nel neofascismo italico, da Acca Larentia a Casa Pound. La peggiore Italia, senza morale, senza dignità, senza pudore e senza freni, chiamata dal governo di destra a guidare il Paese.