di Francesco Di Lorenzi
15Nel silenzio generale dell’opinione pubblica e dei principali mezzi di informazione, la Camera ha scritto una nuova pagina nera di questa legislatura, scavando un solco ancora più marcato tra le mirabolanti conferenze stampa autogestite, autoprodotte e senza contradditorio della premier Meloni ed un Paese reale sempre più stanco e distante. Il tema in discussione era il ripristino del Fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, una problematica di stringente attualità che coinvolge, secondo gli ultimi studi, circa quattro milioni di italiani, in particolare bambini ed adolescenti e che ha registrato nel 2024, a livello globale, un preoccupante incremento di casi, dal 3,4% al 7,8%. L’ordine del giorno presentato dall’onorevole del Partito Democratico Marco Furfaro ha snocciolato una serie di dati inquietanti per tutti tranne che per le anime candide protettrici (a parole) dell’infanzia; i disturbi associati all’alimentazione come l’anoressia e la bulimia causano ogni anno quasi quattromila decessi, circa dieci al giorno, mentre milioni di famiglie vivono, quotidianamente, il dramma della mancanza di strutture, sostegno ed aiuti economici da parte dello Stato. Solamente quattro Regioni hanno almeno cinque centri dedicati ai disturbi alimentari sul proprio territorio e le strutture specializzate in materia sono passate dalle 164 attive nel 2018 alle appena 126 del 2024, ma il governo ha pensato bene di sforbiciare le già insufficienti risorse destinate alle cure di queste patologie di altri venticinque milioni di euro, dimenticandosi totalmente nell’ultima legge di bilancio il rifinanziamento di un fondo che impatta sulle vite di milioni di cittadini, in particolare giovani donne. Una vergogna. Fino a qui i numeri, ma dietro queste cifre ci sono storie, percorsi, sofferenze che la politica ed il parlamento hanno il dovere di accogliere e di farsene carico. Il dolore di un genitore per un figlio o una figlia anoressica o bulimica non può essere risolto con un “arrangiatevi”. C’è bisogno di ascolto, di comprensione, di vicinanza, di assistenza psicologica e professionalità. C’è bisogno dello Stato e del Servizio Sanitario Nazionale e non del voltarsi dall’altra parte sperando che lo straordinario lavoro di associazioni e volontari supplisca alle mancanze di un pessimo esecutivo. Ma del resto assistiamo sgomenti solo all’ultimo atto di un governo che ha fatto propria la peggiore caratteristica della politica italiana, quella che Pietro Nenni definiva “forte con i deboli e debole con i forti”. E che arriva dopo che alcuni tra i leader più stretti alleati internazionali di questo governo, come l’argentino Milei e lo statunitense Trump, ci avevano regalato altre “perle”, quali i tagli indiscriminati ai fondi per la disabilità e l’inclusione ed il ritorno ad un linguaggio triviale fatto di “deboli di mente”, “idioti”, “ritardati” ed altre oscenità del genere. È arrivato il momento di dire con forza “basta!” Chiediamo alla presidente del consiglio Meloni e al suo ministro Schillaci di dare conto quanto prima di un voto scandaloso del parlamento. La camera ha respinto non un semplice ordine del giorno di un deputato dell’opposizione ma le quotidiane esigenze di milioni di cittadini che combattono in solitudine la propria battaglia contro un male subdolo ed in costante aumento. Quando si dismette e si taglia un fondo con una già insufficiente dotazione di cinquecento milioni di euro, mentre si continuano a finanziare scempiaggini da quasi due miliardi come i centri in Albania o il contentino del Ponte sullo Stretto per le campagne social di Salvini, si fanno scelte precise che il governo ha il dovere politico e morale di spiegare alla nazione. La Camera ha respinto, ma la nostra battaglia continua anche fuori dalle aule parlamentari, a fianco delle famiglie e delle associazioni che chiedono l’istituzione di un budget autonomo ed esclusivo destinato alle persone affette da disturbi del comportamento alimentare, ed insieme a tutte le opposizioni. Il 15 marzo si celebra la XIII Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla dedicata proprio al tema dei disturbi del comportamento alimentare, nella speranza di fare un po’ di luce sul buio di troppe esistenze diventate invisibili agli occhi di una società più attenta alle scarpe e alle borse della Santanché di turno che al dolore di molti. Una società che prima impone alle giovani generazioni modelli sbagliati basati esclusivamente sull’immagine e sull’aspetto fisico del proprio corpo e poi si gira dall’altra parte nel momento del bisogno. La Camera ha respinto, ma l’Avanti! della domenica continuerà a raccontare questa triste vicenda perché “ovunque nel mondo vi sia una buona causa da difendere, lì troverete i socialisti italiani”.