Le Pen? Chi cavalca il giustizialismo lo subirà

di Nautilus

La sentenza che impedirà a Marine Le Pen di correre alle prossime presidenziali in Francia ha acceso in Italia un incendio polemico perfettamente all’altezza della discussione pubblica di questa stagione: un dibattito penoso. Quasi tutti i partiti, quasi tutti i leader, quasi tutti i media hanno letto la vicenda usando la propria particolarissima lente e il proprio particolarissimo bazooka. Tutte letture strumentali, utili al proprio particolare. E allora, ecco gran parte del centro-destra puntare l’artiglieria polemica contro la magistratura politicizzata. Ecco l’estrema destra nazional-populista puntare contro l’internazionale giudo-plutaico-massonica che vuole tagliare la testa ai leader nazionalisti. Ed ecco puntuale la “ola” dei media fiancheggiatori della destra. Il mood lo ha dettato a tutti Vladimir Putin che, con la proverbiale inarrivabile, sfrontatezza pretenderebbe di impartire una lezione di democrazia ad uno dei Paesi dove i principii democratici sono nati. Pochi si sono soffermati sulle colpe attribuibili a Le Pen. E ancora meno sono stati coloro che hanno evidenziato l’anomalia della norma che ha portato alla condanna. Sentenza automatica, immediata e inappellabile. Già nel passato la scure si era abbattuta su personaggi in corsa per l’Eliseo, da Pasqua a Juppé, da Chirac a Bayrou. Ma questa norma, una piccola ghigliottina legale, è stata approvata con il consenso della destra di Le Pen che ha sempre cavalcato tutte le tigri legislative chiamate a punire ogni immunità della classe dirigente. Giustizialismo allo stato puro. Lo stesso che ha colpito lei medesima in questa occasione. Lo stesso accadde a Silvio Berlusconi che da proprietario di Mediaset, lasciò che le sue tv cavalcassero Mani Pulite, salvo scoprirsi garantista quando la magistratura lo prese di mira. Ebbene sì, per madame Le Pen siamo alla nemesi. Con una aggiunta di merito: una delle norme inossidabili delle moderne democrazie riguarda la differenza, davanti alla legge, tra cittadino e cittadino eletto. Il secondo deve essere perseguito col medesimo rigore del primo, ma quando è in carica, giusto accompagnarlo con una garanzia in più e non in meno. Se ne ricordi la signora Le Pen, se ne ricordino le destre (e le sinistre) democratiche.

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