La cultura politica socialista modello per un centrosinistra di governo

di Andrea Follini

Più di seicento delegati. Oltre centocinquanta interventi. Una maratona di dibattiti, analisi, confronti che ha visto i socialisti riuniti a Napoli la scorsa settimana per la celebrazione del Congresso Nazionale. Al centro la mozione Esserci!, presentata a sostegno della candidatura del segretario uscente Enzo Maraio che, all’unanimità, è stato eletto per il terzo mandato alla guida dei socialisti italiani. Una mozione che, di fatto, è una piattaforma politica utile a definire il programma del Psi per i prossimi anni, integrata dagli ordini del giorno presentati dalle federazioni territoriali e da gruppi di iscritti al Psi. Il Congresso è stato sia un punto di arrivo, che di partenza; si è arrivati a Napoli dopo tre conferenze territoriali a Roma, Napoli e Miliano, dopo lo svolgersi di attivi regionali in ogni parte d’Italia, dopo gli incontri in piattaforma on line su tanti temi, dalla scuola sulla casa, dal mezzogiorno alla giustizia. E ovviamente dopo tutte le assemblee congressuali delle federazioni provinciali. Ma sarà anche punto di partenza per un rafforzamento dell’attività del Partito sui territori e di dialogo con le altre forze politiche del centro sinistra con al centro i temi, i contenuti, più che le formule, come ha ribadito Maraio nel suo intervento conclusivo. È stato un congresso aperto, molto partecipato che ha visto ospiti i leader di tutti i partiti del centro sinistra e del mondo sindacale. Nella prima giornata di lavori sono intervenuti la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, il Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, l’esponente Pd Arturo Scotto, Ettore Rosato, vice segretario di Azione, Corrado De Rinaldis Saponaro segretario nazionale del Partito Repubblicano Italiano; i rappresentanti di CGIL, CISL e UIL. Il giorno seguente sono saliti sul palco del Ramada il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, l’euro- deputato e presidente del Pd Stefano Bonaccini, Piero de Luca del Pd, il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte; Bruno Tabacci del Centro Democratico; il senatore di Italia Viva Enrico Borghi, il portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli. L’ultimo giorno di lavori, in collegamento, Riccardo Magi segretario di +Europa. Presenze autorevoli che hanno evidenziato come si renda necessario, in un periodo travagliato non solo per la politica ma anche per le istituzioni, nazionali ed europee, che la sinistra ritrovi un minimo comune denominatore che la porti nuovamente ad essere riferimento della maggioranza degli italiani. È stato in più riprese sottolineato che l’azione del governo Meloni e la sua litigiosità non sono volte, con evidenza, alla risoluzione dei problemi degli italiani, bensì a risolvere questioni di potere interne, per nulla interessati al miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini. Nel contesto di un centro sinistra alla ricerca di una “quadra” che la renda nuovamente protagonista nel governo del Paese, la cultura politica socialista, che nasce dalla sua storia ma continua a dimostrarsi capace di una puntuale analisi della quotidianità, può essere quel legante necessario a sintetizzare ed ispirare l’azione politica di tutto il centro sinistra. Di questa opportunità sembrano essersene finalmente accorti anche i leader delle altre forze politiche, la cui presenza, non di circostanza, che abbiamo visto al Congresso sembra andare in questa direzione. La prudenza, come è giusto che sia, non mancherà ed i buoni propositi verranno messi alla prova dell’evidenza, ma una convergenza unitaria sulle linee programmatiche che sono emerse con evidenza anche nel corso del dibattito congressuale, appare davvero possibile. Ecco quindi che gli interventi di tutti i leader hanno rimarcato la necessità di concentrarsi su una proposta di modifica dell’attuale politica sanitaria del Paese, tornando a proporre con forza un sostegno più incisivo alla sanità pubblica ed universale, alla scuola pubblica, ad una economia che non vada oltre il giusto profitto, ma si concretizzi sulla garanzia di maggiori possibilità di lavoro, equo e dignitoso. Non si è mancato di ricordare le battaglie comuni svolte in questi mesi, che diventano base di partenza per questo nuovo corso: i diritti, con il referendum sulla cittadinanza che si svolgerà l’8 e 9 giugno; la necessità di fissare un salario minimo per le retribuzioni; le grandi riforme. E proprio “riformismo” è stata la parola che più ha risuonato durante gli interventi dei tanti delegati socialisti, non solo come esercizio di memoria per il contributo che il Psi nel passato ha dato alle battaglie di modernizzazione del Paese, bensì come bussola per l’azione politica del Partito nei prossimi anni. Il segretario, nel suo intervento conclusivo, ha tracciato la rotta: Stati Uniti d’Europa per la nuova Europa che vogliamo; un grande Piano Casa per rimettere nella disponibilità, soprattutto dei giovani, le tante abitazioni chiuse e disponibili; un rafforzamento della sanità pubblica, lanciando la proposta dell’abolizione dei ticket sulle prestazioni sanitarie per chi non è in grado di sostenerle. Una linea politica chiara che spinga i socialisti italiani verso un ruolo nuovo nella politica italiana, tornando ad essere motore dell’azione riformatrice del centro sinistra. I socialisti ci sono e sono tornati. Davvero.

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