di Nautilus
Da tempo aveva rinunciato ad interventi destinati a far “rumore”. Ma il ministro Lollobrigida si è voluto riprendere la ribalta. E come spesso gli capita, una dichiarazione volutamente paradossale sui rischi del bere troppa acqua, è stata trasferita sui media in modo letterale: se si beve troppo, si muore. “Colpa” dei media o del mitico “Lollo”? Una cosa, oramai è certa: quando ha formato il suo governo, Giorgia Meloni ha preferito circondarsi di ministri fidati e di uno staff fatto in “casa” e gli effetti si sono presto visti. In queste settimane proseguono convegni e presentazioni di libri sulla figura di Bettino Craxi e francamente stupisce, a distanza di anni, la quantità di dossier, di decisioni, di provvedimenti attivati dal leader socialista. Ma una delle ragioni del suo successo, nella stagione di governo ma non solo, risiedeva nella sua capacità di scegliersi le persone giuste, anche se non erano allineate con lui. Ripercorrere quell’elenco fa una certa impressione. Al governo – superando una naturale diffidenza – si mise al suo fianco Giuliano Amato, nonostante avesse partecipato ad una fronda nei suoi confronti; come capo ufficio stampa scelse un bravissimo giornalista napoletano, Antonio Ghirelli, che era stato comunista da giovane e che prendendosi una colpa non sua, si era lasciato licenziare dal Capo dello Stato Sandro Pertini; come consigliere diplomatico scartò tutti i socialisti e la scelta cadde su un ambasciatore che non conosceva ma che lavorava a palazzo Chigi: Antonio Badini, che avrebbe rivelato una qualità altissima. Nella compagine di governo, Craxi porta con sé Gianni De Michelis che lo aiuterà nella spinosa vicenda della scala mobile. E tecnici di alta qualità: Antonio Ruberti, Giuliano Vassalli, Massimo Severo Giannini, Giorgio Ruffolo, Renato Ruggiero, Francesco Forte. Ma anche al partito e ai Gruppi aveva scelto i migliori: Claudio Martelli, Rino Formica, Ugo Intini, Gennaro Acquaviva, Beppe Scanni. Non tutto nella vita è misurabile in modo scientifico e di sicuro non lo è un apporto immateriale come il pensiero, ma una parte dei successi di Bettino Craxi si deve proprio alle persone che seppe scegliersi. Quella di oggi è proprio un’altra Italia.