di Livio Valvano
Sono tanti 25 anni di distanza dalla scomparsa di Bettino Craxi, ma ancora troppo pochi per avvicinare i divergenti punti di vista sulla sua vicenda politica. Infatti, tra i suoi avversari politici di un tempo e i suoi sostenitori non sembra essere diminuito di altezza il muro che divide gli spazi dell’area progressista in Italia. La sinistra comunista, che vedeva nell’azione socialista-riformista di Bettino Craxi l’avversario principale da combattere, al di là di posizioni estetiche, apparentemente revisioniste, nei fatti ha mantenuto la stessa posizione. Non è un caso se da 30 anni, ancora oggi, la parola “socialista” genera inquietudine. Non è un caso se nelle liturgie “democratiche” si fa riferimento ai padri ispiratori delle culture politiche popolari e comuniste, come Sturzo, Gramsci, De Gasperi, Togliatti, Moro e Berlinguer, senza mai far cenno agli spiriti del socialismo riformista, come Rosselli, Turati, Matteotti o Nenni. I fatti del ’93, la disfatta dell’organizzazione politica socialista in Italia è stata abilmente trasformata in una suggestione collettiva: la grande illusione di aver debellato, per sempre, l’immoralità nella politica, con la eliminazione del PSI e del suo leader. Una visione tendenzialmente più neutrale ricercherebbe nei fatti politici antecedenti e successivi gli elementi per una lettura da consegnare alla storia. L’azione del leader socialista non passò certo inosservata. Toccò molte materie e molti interessi geopolitici, economici e di assetti di potere. Ebbe una certa responsabilità nel fallimento del matrimonio tra DC e PCI. L’impegno in politica estera, sui capitoli più rilevanti, modificò il quadrante delle relazioni politiche con i principali Paesi. La promozione dell’industria italiana e la difesa della sovranità politica. In sintesi, l’Italia provava a giocare da protagonista in quella fase e Craxi era uno dei principali play-maker; certo, non il solo, indubbiamente, ma è innegabile che in quella fase c’era in campo la politica. L’opinione pubblica godeva del confronto tra progetti concorrenti. Oggi invece? Dopo averla bandita, criticata, sfregiata, oggi iniziamo a invocarla. Considerata la qualità delle comparse che circolano nelle stanze dei bottoni, ci vorrà ancora del tempo perché finisca la vera lunga latitanza: quella della politica!