“Diabete in Comune”: una possibile rivoluzione

di Damiano Iulio, Attivista per i diritti delle persone con diabete

La popolazione diabetica è in forte crescita in Italia: dai 4 milioni di pazienti diabetici attuali ai circa 6 milioni attesi nel 2050. I costi per gestire questa patologia cronica rischiano di diventare insostenibili; ad oggi sono circa 20 miliardi l’anno di cui circa 9 di costi diretti per il Servizio Sanitario Nazionale, soprattutto a causa di comorbidità e ospedalizzazioni. Sono 11 miliardi di costi indiretti che gravano su pazienti, caregivers e collettività. Dal solco tracciato da Bettino Craxi, con l’attuazione della legge 115/87 ci si dovrebbe ispirare, nel tentativo di influenzare positivamente le istituzioni e cercare di rendere più civile la nostra società. Quella fu una legge d’ispirazione socialista, prima con la firma del leder socialista Craxi poi con l’impegno dell’ex presidente della commissione affari sociali Mario Casalinuovo, esponente del Psi, che ottenne proprio il 15 gennaio del 1987 la sede legislativa per dare vita alla legge. L’Italia è stato il primo Paese ad avere una legge apposita, che mise la parola “fine” alle numerose discriminazioni nei riguardi delle persone con diabete. Il progetto è stato presentato nel giugno scorso a Roma, nell’ambito della XXI Assemblea nazionale Aild. Utilizzando la formulazione spray del farmaco, si facilitano le procedure di intervento in regime di urgenza, come nel caso di ipoglicemia, favorendo la risoluzione rapida della crisi. Pensando peraltro ai tanti bambini diabetici, lo spray nasale è maggiormente accettato, crea meno disagio ai piccoli pazienti, oltre che agli anziani ed adulti in generale. Aspetti, questi, che vanno ad incidere sulla qualità della vita delle persone con diabete. Consentire un accesso gratuito a questa “assicurazione sulla vita” è fondamentale per i pazienti, che avranno quindi libero accesso a una terapia così essenziale. Il progetto “Diabete in Comune” può diventare una vera rivoluzione amministrativa per i comuni italiani perché per la prima volta i comuni si potranno occupare dei cittadini diabetici con i contributi dei cittadini stessi, dunque restituire una parte, ed insieme realizzare una società più civile nei riguardi delle persone con diabete. L’Emilia-Romagna farà da apripista (esiste una legge regionale da applicare, la 34/99 del 2017): spetterà al comune di Noceto in provincia di Parma d’inaugurare il progetto “Diabete in Comune” con l’inserimento di glucagone spray negli uffici comunali aperti al pubblico, consentendo l’uso sia per i cittadini che per i lavoratori.

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